Gli spodestati by Steve Sem-Sandberg

Gli spodestati by Steve Sem-Sandberg

autore:Steve Sem-Sandberg [Sem-Sandberg, Steve]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788831733083
Google: FmjwDQAAQBAJ
editore: Marsilio Editori spa
pubblicato: 2012-04-18T22:00:00+00:00


Il Presidente restò assente per tutto quel giorno e metà del successivo. Solo verso le dieci e mezza della mattina dopo, la signorina Estera Daum chiamò dal segretariato per dire che l’altissimo era stato visto tornare sano e salvo. Era arrivato dalla città sul tram “ariano” che ogni giorno attraversava piazza Bałuty, con addosso lo stesso completo e lo stesso cappotto di quando era stato prelevato dalla Gestapo. La prima cosa che aveva fatto dopo aver ripreso servizio era stata chiudersi nel suo ufficio, riferì la signorina Daum, dove stava ricevendo i suoi più stretti collaboratori uno per uno.

Nella sua oscurità, Staszek immaginava di essere sdraiato con la schiena contro un muro.

Il muro gli ricordava la parete in mattoni fuori dalla conceria nel cortile, ma senza mattoni staccati che si potevano togliere. Era sdraiato con la schiena premuta contro la superficie dura e fredda della parete, e davanti a lui nel buio c’era il ragazzo delle bottiglie con la croce di legno dalla quale pendevano le bottiglie e i barattoli di medicinali e tinture.

Come una marionetta dai fili aggrovigliati, iniziò a farli sbatacchiare gli uni contro gli altri con un tintinnio malinconico. Sembrava quasi il suono dell’acqua corrente, se lì avesse potuto scorrere dell’acqua; o un rumore di zoccoli e ruote di carro che si allontanavano su una strada acciottolata. Le donne di cui gli aveva raccontato il ragazzo delle bottiglie erano distese ai lati della strada, o nei cortili interni: alcune ancora con le braccia attorno ai propri figli per proteggerli; altre con le gambe spalancate, come carcasse di animali, e nessuno si preoccupava della loro posizione o del loro aspetto, si limitavano a prenderle e lanciarle sui pianali dei camion come sacchi di farina.

C’era un tale dolore nella voce sottile del ragazzo delle bottiglie quando gli raccontava queste cose che anche Staszek si mette a piangere. Non piange per il ragazzo delle bottiglie o per la sua mamma morta o per tutti gli altri che sono morti, ma per se stesso. Piange perché adesso è sdraiato con il viso contro un muro. E perché quel muro lo separa da quello che era, e perché è così alto che da questo lato non si vede e non si sente niente, solo le bottiglie vuote che sbatacchiano e tintinnano ogni volta che il corpo insignificante incaricato di portarle si alza o ricade, si alza e cade; e la voce di Mosze Karo che legge monocorde la promessa del Signore ai dispersi riferita dal profeta Ezechiele, il testo che lui stesso leggerà al suo Bar Mitzvah:



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